Intervento Di Bene

Nell’ambito delle celebrazioni per festeggiare i 150 anni dell’Unità di Italia abbiamo voluto richiamare l’attenzione su uno dei principali protagonisti della storia d’Italia, della sua unificazione territoriale, cioè il Paesaggio. In questo caso il Paesaggio umbro. Si può rappresentare il Paesaggio in diversi modi, con le parole: nelle poesie, nei saggi, nella narrativa; ma sopratutto con le immagini: nelle artistiche vedute ottocentesche dei pittori che in quegli anni rappresentarono gran parte del paesaggio italiano, e qui in Umbria artisti come Corot, Turner, Gandini, hanno restituito attraverso immagini pittoriche alcuni dei luoghi più belli e caratteristici del paesaggio umbro, permettendoci oggi di ammirare paesaggi attraverso la pittura che in quell’epoca costituiva l’unico strumento per “fotografare” la realtà.

Noi abbiamo scelto di parlare di Paesaggio, della sua storia e naturalmente della storia dell’uomo che lo ha trasformato, attraverso immagini fotografiche. La mostra, è basata su documenti di archivio, risalenti alla seconda metà dell’800, riguardanti riprese fotografiche del Paesaggio Umbro. Di tali ambiti è stata realizzata una ripresa fotografica dello stato attuale, così da documentarne, in maniera percettivamente immediata, l’effetto che le azioni di trasformazione e/o di tutela hanno comportato per il patrimonio paesaggistico. Dal confronto fotografico emergono sia quei luoghi di paesaggio che hanno conservato le qualità naturalistiche e culturali caratterizzanti i valori riconosciuti da successivi decreti di tutela, e sia l’esistenza di fenomeni di costante e talvolta lenta manomissione dei paesaggi la cui salvaguardia è di difficile gestione anche in considerazione della continua evoluzione del quadro normativo.

Abbiamo voluto accompagnare le immagini fotografiche con le parole che, anche se in forma didascalica, ne sottolineano le criticità. Ed abbiamo voluto lasciare alle immagini ed alle parole il compito di indicare e spiegare le evoluzioni che simbolicamente rappresentano la storia del Paesaggio a cui la collettività ha partecipato contribuendo a determinarne gli esiti che oggi riscontriamo nel bene o nel male della conservazione del Paesaggio. L’allestimento di questa mostra è stato preceduto da un processo conoscitivo sul Paesaggio che gli architetti della Soprintendenza hanno sviluppato, individuando le azioni critiche ovvero le migliori pratiche che nel corso del tempo hanno determinato i cambiamenti del territorio.

Da questa riflessione metodologica è emersa la necessità di un momento di riflessione collettivo, presupposto indispensabile per avviare le successive fasi di cooperazione con le Istituzioni locali attraverso il dialogo tra diversi sistemi della pubblica amministrazione che, pur caratterizzandosi dall’espletare differenti attività, concorrono tutte al raggiungimento di una politica di tutela “attiva” del Paesaggio, alla luce dei fondanti principi Costituzionali e nel rispetto delle prioritarie norme del Codice dei beni culturali e del paesaggio, così come delle azioni sancite dalla Convenzione Europea del Paesaggio. Da una attenta lettura delle immagini è apprezzabile la validità della emanazione ed applicazione della normativa sulla tutela, allorché si confrontano le istantanee di luoghi beneficiati da una accorta e tempestiva azione della tutela che ne ha preservato l’eccezionale valore, come nel caso di Assisi.

La validità dell’azione svolta dalla normativa sulla tutela del patrimonio culturale per quanto attiene la sua conservazione e valorizzazione è leggibile nelle immagini dei paesaggi urbani, che in diversi casi testimoniano l’esito positivo degli interventi realizzati. Il lavoro svolto nell’ordinare le diverse immagini ci impone una riflessione riguardo al fatto che l’evoluzione delle trasformazioni del Paesaggio, che oggi abbiamo fissato nelle istantanee fotografiche, non si arresta e, pertanto, richiede sempre una costante attenzione da parte delle amministrazioni pubbliche, degli enti privati e dei cittadini. Dovremmo far si che un eventuale mostra che dovesse confrontare le nostre istantanee con quelle ritratte tra qualche decina di anni possa, per merito di tutti, registrare un inversione di tendenza mostrando solo paesaggi riqualificati, in cui le trasformazioni risultino in armonia con i valori culturali delle popolazioni, nell’ottica di un continuo miglioramento della qualità della vita.

Anna Di Bene

Soprintendente per i beni architettonici

e paesaggistici dell’Umbria